di Cristina Nogara
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Non siamo in tempo di guerra, sebbene talvolta possa sembrarlo… infiniti articoli sul “credit crunch”, riduzione e aumento vertiginoso dei prezzi del cibo, stanno sollevando una certa ansietà.
Durante la seconda guerra mondiale i britannici crearono i cosiddetti Victory Gardens nelle piazze e nei parchi in tutto il paese. Coltivavano il loro cibo personale in spazi molto stretti e compressi, come risposta alla carenza di cibo dovuta alle restrizioni sull’importazione in tempo di guerra.
L'idea di mangiare cibi di stagione coltivati localmente e biologicamente vale anche per noi, oggi. E nel cuore dello storico St James’s Park è stato creato, da Dig for Victory, un allotment garden per riportare alla memoria il profumo di quei tempi e incoraggiare la gente ad abbracciare l’idea di coltivare per se stessi. Per il secondo anno consecutivo, è stato creato un piccolo allotment garden nello spirito di quelli coltivati in guerra, con un approccio completamente biologico e con l’intento di creare un raccolto con i più alti valori nutritivi.
Era fatto uso di scarti domestici, come contenitori delle uova, rotoli di carta igienica o cornici di vecchie finestre usate come ripari contro il freddo. Tende di rete offrivano protezione dagli uccelli e dal sole deflettendo i raggi lontano dalle piante. Nel 1945 nel Regno Unito venivano coltivati 1.5 milioni di allotments sopperendo al 10% della richiesta di cibo. Per l’approvvigionamento di carne le comunità erano incoraggiate ad allevare il proprio bestiame con l’opportunità di associarsi al club del maiale o del coniglio.
Il riciclaggio nacque come necessità. Con il cambiamento del mondo in cui viviamo, sembra allo stesso modo tornare ad essere un’esigenza.
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